venerdì 31 maggio 2013

rassegna stampa DONNA BOMBA e MADONNE DI BESLAN


RASSEGNA STAMPA  ‘DONNA BOMBA’ spettacolo di Chiara Tomarelli

Ci sono spettacoli, percorsi drammaturgici che riescono, in breve tempo, a tracciare un solco profondo nell’animo di chi ha la fortuna di assaporarli. Ci sono testi che riescono ad addentrarsi in mondi che ci sembrano distanti, ma che invece sono tremendamente vicini, raccontandoli con la forza della semplicità, riuscendo a scardinare, ad abbattere l’indifferenza che li avvolge.
Uno di questi lavori è senza dubbio Donna Bomba, una messa in scena che riesce, in circa cinquanta minuti, a sprigionare una tale carica espressiva che gli spettatori, presenti alla Galleria Toledo certamente non dimenticheranno facilmente.
                                                                                                                     Il Brigante- web

Scarno come il cuore della donna bomba, lo sfondo della pièce è lo scenario di un fantomatico attentato che racchiude in sé disastri reali (uno per tutti l’attentato della diciottenne Ayat al Ahras il 29 marzo 2002 davanti ad un supermercato di Gerusalemme). Cinquanta interminabili minuti di tragico racconto, dove una macchia nera e immobile nella folla immaginaria, aspetta di dare quel bacio mortifero ad un politico senza nome, mentre gli bisbiglia “scusa!” prima di portarlo con lei (e con gli altri) nell’oscurità dell’esplosione. Inquadrato in un’architettura narrativa dai diversi piani prospettici (l’emotività, la realtà e l’analisi), il progetto-spettacolo si avvale dell’intensa e disperata interpretazione di una Tomarelli in grandissima forma.
Margherita Coppola

L'interpretazione di Chiara Tomarelli (che firma anche la regia dello spettacolo) trasforma il corpo dell'interprete in un meccanismo. Attraverso movimenti precisi, nitidi eppure non privi di una certa grazia, si esprime la vita che resta ad una donna che sta per partorire una bomba senza poter vedere il pianto del proprio bimbo. E nei dodoci minuti e 36, il suo respiro fa tutt'uno con quello della massa informe su cui si scaglierà il frutto di un odio che non conosce. Il pubblico respira quasi in coro con questo soffio di morte.
Alla fine dello spettacolo non si sente il botto, ma l'energia sempre viva della Tomarelli riesce ad evocarne il rumore ad ogni istante. Uomini e donne in sala non possono far altro che ascoltarne l'incombenza da lontano. L'eco è ancor più rumoroso, perchè costringe a farsi domande che nessuno si pone. La donna bomba è esplosa, ma noi resteremo ad implodere sotto il peso schiacciante di convinzioni millenarie, ormai pervertite dalle derive ultime della società globale. Il tonfo è soprattutto nel cuore degli astanti. 
Campania su web


 Il testo di Ivana Sajko, 32 anni, una delle menti più fertili della nuova generazione di scrittrici e artiste croate, interpretato dalla bravissima Chiara Tomarelli, si costruisce tutto intorno a quei fatali dodici minuti e trentasei secondi che una giovane kamikaze ha davanti a sé prima di farsi scoppiare nel mezzo della folla. L'obiettivo è un non bene identificato politico che gira sotto scorta, «un signore vip benefattore e bastardo» i cui movimenti la donna destinata a farsi esplodere spia da tempo.       

La drammaturgia, netta, accurata, delle luci (la regia è firmata dalla stessa attrice e da Veronica Cruciani) è tutto quello che Chiara Tomarelli ha a disposizione per veicolare da dentro, senza nessuna incertezza sentimentale, la tragedia della donna bomba, disponendo sul tavolo anatomico di una scena di guerra - guerra sociale, religiosa, privata - la tragedia della sopraffazione e della violenza.
Katia ippaso , Liberazione

"Tornare a vedere uno spettacolo che ci ha emozionato, è sempre un rischio: e se la seconda volta non fosse come la prima? Ma questo spettacolo, a distanza di un anno e mezzo, offre ancora e ancora il proprio cuore che batte insieme a quello del personaggio, e il respiro sospeso in un'apnea intensa.
L'essenzialità della messa in scena non fa altro che lasciare lo spazio adatto ad un'attrice speciale.                                                                                           Sara Missaglia (pubblico)



E' diventato così raro uscire da una sala teatrale e sentire di aver partecipato a qualcosa che ti riguardava, spazzando via l'indifferenza...                                                  
                                                                           Serafino Murri (critico, regista e pubblico)

RASSEGNA STAMPA    ‘MADONNE DI BESLAN’
Madonne di Beslan è uno spettacolo completo, moderno, che commuove ma, immediatamente dopo, ricongiunge la vicenda umana con quella politica, evitando la catarsi aristotelica e ricollegandosi al più alto teatro civile . E’ una raffinatissima operazione artistica quella che Chiara Tomarelli e Ilenia Caleo ci presentano ma è una storia vera quella che ci raccontano, così che il loro spettacolo non suggerisce soluzioni consolatorie o punti di vista preconcetti ma si pone come lavoro di ricerca a tutto tondo.                                                                                          Valeria Sara Lo Bue
Lo spettacolo si apre a momenti di grande tragicità e amarezza, scuote le fondamenta del comune perbenismo inchiodando la politica alle sue responsabilità. 

Le due interpreti sono brave, sinceramente invischiate in questa materia incandescente.                                 Andrea Porcheddu
Chiara Tomarelli è un’artista teatrale. È attrice, regista, dramaturg. Il suo ultimo spettacolo “Madonne di Beslan” è un ottimo percorso da vedere per capire cosa è il teatro.I fatti di cronaca sono agghiaccianti e le due attrici riescono a rendere bene l’aria chiusa della palestra della scuola in cui gran parte degli ostaggi era stata ammassata: la vicinanza tra loro e il pubblico aiuta ad amplificare ogni azione fisica. Il “dentro” è sia fisico che spirituale, la solitudine che si respira qui è sintetizzata dalla frase “Beslan continua a impazzire in solitudine”. Il “fuori” è la giornalista, la comunicazione che ragiona sui fatti, è Anna Politkovskaja.                                                                            Francesco Saverio Russomano
Le due attrici, Chiara Tomarelli e Ilenia Caleo, di indubbia bravura e valore artistico, danno voce a tutti i rappresentati di questa tragedia. Le madri, le maestre, i giornalisti, il governo. Questa polifonia di voci restituisce la complessità del dramma e cerca di stimolare lo spettatore al senso critico.   Raccontato dalla penna della Politkovskaja , giornalista uccisa per l’obbiettività dei suoi articoli, lo spettacolo permetterà una riflessione dolorosa nella misura in cui si comprenderà che l’impossibile è una realtà storica fatta di sangue e vinti.                                           Mercuzio.online
Può il teatro essere veicolo efficace di denuncia sociale senza scadere nella retorica, senza essere travolto dalla tentazione di ricreare dalla realtà la drammaticità del verosimile? Come si riesce a raccontare l’assurda tragedia di uno scellerato attacco terroristico che falcia le vite di centinaia di bambini senza lasciarsi intrappolare dalle sirene ammaliatrici della ricerca di una catarsi scenica? Impresa complessa, gioco di funambolo. Chiara Tomarelli, con il suo “Madonne di Beslan è riuscita nell’intento di una narrazione lucida, ma non asettica; ricca di pathos e mai patetica.Il gioco di luci, la scena scarna, i costumi essenziali e, soprattutto, la maestria delle due attrici protagoniste dello spettacolo rievocano un mondo filtrato attraverso i canali di una stampa “economicamente schierata”. Un mondo lontano, fatto di geografie sconosciute, di popoli ignoti ai più, che mai fa notizia. E anche quando i bambini diventano vittime dei perversi intrecci di guerra e terrorismo, pure l’Occidente sonnacchioso ed egocentrico non si limita che a uno sguardo distratto verso quanto accade nei paesi dell’ex Urss.                                                                          Francesca Compagnino

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